Progetti

Marina di Cala dell'acqua

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  • Luogo
    Isola di Ponza (LT)

  • Settore
    Ingegneria marittima

  • Stato
    Progettazione ultimata

  • Importo
    € 36.978.000

  • Committente
    Marina di cala dell'acqua s.r.l.

  • Data
    2016

  • Servizi
    Progettazione Definitiva  /  Valutazione Impatto Ambientale  / 

Premessa

Il presente Progetto Definitivo rappresenta lo sviluppo progettuale del progetto preliminare presentato al Comune di Ponza dalla Società Marina di Cala dell’Acqua Srl nel 2009 a corredo di una istanza di concessione demaniale marittima in concorrenza.

La procedura

Per ciò che concerne la procedura è stata esplicitata la necessità di sottoporre il progetto a:

  • Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 23 parte II del D.Lgs 152/06 e s.m.i;
  • Valutazione d’Incidenza, ex art. 5 D.P.R. 8 settembre 1997, n.357 come modificato dall’art. dall’art. 6 del D.P.R. 120/2003;.
  • Autorizzazione Paesaggistica;
  • Variante Urbanistica, acquisita attraverso il ricorso, ex art.6 del DPR 509/1997, all’istituto dell’accordo di programma, ai sensi degli artt. 34 TU Enti Locali (d.lgs. 267/2000) come integrato dalle vigenti disposizioni regionali in materia (artt. 49 e 33 della Legge Regione Lazio n. 38/99).

Ubicazione dell’opera

Il progetto prevede la realizzazione di un porto turistico su aree in concessione demaniale marittima nella cala tra Punta della Corte e Punta del Papa denominata Cala dell’Acqua. L’area di intervento si colloca a circa 6 km dal paese di Ponza sul lato nord-ovest dell’isola in prossimità dell’abitato di Le Forna. Questo piccolo insediamento, al di là della chiesa e poche attività di ristoro, non offre attrattive e servizi turistici tali da motivare la permanenza del turista in questo lato dell’isola. L’area risente inoltre del degrado ambientale dovuto alla presenza della vecchia cava della Samip, che qui operò l’estrazione della bentonite dagli anni ‘30 fino alla metà degli anni settanta.

Caratteristiche generali dell’intervento

La proposta di intervento prevede la realizzazione di un porto turistico su aree demaniali per imbarcazioni e navi da diporto che si sviluppa su una superficie complessiva di ca. 122.590 m². La superficie in concessione è così ripartita:

  • specchio acqueo 94.700 m².
  • aree a terra (moli, banchine, piazzali) 27.890 m²

Una quota parte dello specchio acqueo, pari a 4.626 m² circa, sarà occupata da pontili galleggianti di distribuzione ed ormeggio.La struttura del Porto turistico di cala dell’acqua, nella definizione che ne dà l’art. 2 del D.P.R. 509/‘97, sarà completo di tutte le infrastrutture, anche stradali ed edili, a servizio dell’approdo e di tutte le opere che lo possano rendere fruibile anche ai visitatori non necessariamente in possesso di una imbarcazione. In particolare il progetto, previsto su aree di demanio marittimo e di mare territoriale, sarà costituito da:

  • moli di sopraflutto e di sottoflutto;
  • banchine attrezzate
  • pontili galleggianti con “fingers”
  • area cantieristica;
  • edifici e servizi del porto.


Il progetto è caratterizzato da un minimo indice di nuove costruzioni edilizie (Sc complessiva pari a circa 3697 m²):

  • club house con spazio ristoro, ubicata in banchina in prossimità dell’area di accesso;
  • edificio multifunzione, ubicato in testa al molo di sopraflutto, sviluppato su tre piani destinati rispettivamente a uffici del porto (capitaneria e dogane), ristorante e torre di controllo;
  • officina di cantiere, ubicata in area preposta in prossimità della radice del molo sottoflutto;
  • servizi igienici. N. 5 blocchi distribuiti nel porto;
  • stazione carburanti, ubicata sul molo sottoflutto;
  • box nautici, distribuiti sul molo sopraflutto;
  • locali tecnici, cabine elettriche, isole ecologiche.

Tutto l’intervento sarà teso ad aumentare il livello di ricettività dell’approdo, a valorizzare ed evidenziare le caratteristiche di Porto naturale che già la cala tradizionalmente possiede in caso di “levantate” ed alla realizzazione dei servizi oggi mancanti, pur in presenza di numerose imbarcazioni e natanti ormeggiati temporaneamente in rada, quando il vento di levante rende insicuri tutti gli approdi del lato Est dell’isola.
La scelta progettuale è stata indirizzata dall’esigenza di incidere con il minor impatto possibile sull’ambiente e sulla possibilità di realizzare un’adeguata quantità e qualità di servizi, tale da agire da volano economico non solo sull’area di Le Forna ma per l’intera isola che potrebbe godere di un ridosso sicuro in ogni condizione di mare, garantendo quindi la possibilità di “soggiornare” sull’isola e non solo transitare nelle ore diurne per ritornare sulla costa la notte.
Altri progetti di maggiore dimensione non sono stati presi in considerazione per non alterare con grandi opere infrastrutturali il delicato contesto paesistico - ambientale dell’isola.
La conformazione dei moli ed il relativo specchio acqueo sono ottimizzati con l’obiettivo di sfruttare al meglio la particolare conformazione dei luoghi, garantendo un riparo sicuro da ogni condizione meteo marina. L’efficacia della protezione è stata valutata attraverso uno specifico modello matematico. Il molo sopraflutto rappresenta il proseguimento in direzione da Sud a Nord del promontorio di Punta Corte, per una estensione di ca.460 m e racchiude la piccola cala al cui interno si trova lo scoglio cosiddetto “della Cantina”, mentre il molo di sottoflutto, parte dal piccolo promontorio lasciato dai lavori della cava della bentonite dal lato di Punta Papa, e si sviluppa per circa 90 m verso Punta Corte.
Il porto turistico è completato dalla realizzazione di banchine interne e dalla messa in opera di pontili galleggianti per l’ormeggio delle imbarcazioni, nonché dalla realizzazione di edifici di servizio al porto. Essendo l’area di grande pregio ambientale, si è deciso di progettare un intervento che minimizzasse l’impatto sull’ambiente marino, limitasse fortemente gli interventi strutturali, quali banchine di riva, e piazzali, andando a sfruttare per la realizzazione delle infrastrutture di servizio ed impiantistiche l’area della ex banchina di caricamento della Samip (sempre in area demaniale) oggi fortemente degradata, e che ha già compromesso la linea di costa naturale. Particolare attenzione è stata inoltre posta al rispetto dell’insediamento naturalistico della rada, si è infatti evitato di addossare infrastrutture alle pareti verticali di contorno, e si è progettato tutto il sistema distributivo, nonché il sistema di ormeggio delle imbarcazioni su pontili galleggianti, distaccati finanche ad oltre 15 -20 m dal piede delle scogliere, ancorati con sistemi puntuali non ingombranti sul fondo marino.